MILANO, 23 settembre 2023 — Nel 2022, il giro d’affari dell’industria yacht ammontava a poco meno di 20 miliardi di euro, recuperando completamente i livelli pre-pandemici e mettendo a segno un +19% rispetto al 2019. La crescita del settore è legata al crescente interesse degli HNWI verso questo segmento, che combina la ricerca di un legame più profondo con la natura al comfort. Continua l’interesse dei consumatori verso l’industria: ad evidenziarlo una nuova ricerca di Bain & Company sulla nautica.
“Infatti, l’Italia è sul podio – rispettivamente posizionandosi al secondo e primo posto – su imbarcazioni da diporto e super yachts. Nello specifico, in quest’ultimo segmento, il nostro Paese è la principale geografia di produzione, coprendo circa il 50% del fabbisogno di yacht a livello mondiale. Per il Paese, la nautica è un’area di leadership indiscussa, e la cantieristica un importante volano per il rilancio dell’economia del Paese. Il portafoglio ordini globale, un indicatore per i prossimi 3-5 anni, è dominato dai cantieri italiani, e questo è un segnale di grande fiducia. Negli ultimi anni, a livello globale, i cantieri hanno assistito a un notevole consolidamento con il risultato oggi di gruppi multi-brand che si concentrano su gamme di dimensioni diverse”, commenta Pierluigi Serlenga, Managing Partner di Bain & Company Italia.
L’industria della nautica leisure può essere suddivisa in imbarcazioni da diporto (inferiori a 15 metri), yacht (15-24 metri) e super yacht (oltre i 24 metri). Il mercato degli yacht da 15-24 metri, stimato a circa 80.000 unità nel 2022, è previsto in espansione al 2027, con circa 100.000 e una crescita (CAGR) del 4%, in lieve rallentamento dopo il boom registrato tra il 2015 e il 2021. Quello dei superyacht è un mercato molto resiliente, che si basa su ordini che garantiscono una visibilità superiore ai 3 anni di produzione e che si rivolge a una clientela UHNWI in continua crescita; la produzione non è completamente industrializzata ed è concentrata in Italia e nell’Europa settentrionale.
“Le crisi macroeconomiche passate hanno avuto un impatto sul segmento medio-piccolo, mentre il numero di yacht più grandi ha continuato a crescere, dimostrando una maggiore capacità di recupero. Nonostante il rallentamento economico, l'impatto complessivo sul settore è stato contenuto: gli ampi portafogli di ordini in sospeso offrono una protezione rispetto alle crisi. Nel medio-lungo termine, ci aspettiamo che la crescita e la solidità della base clienti e resiliente sosterrà la domanda di superyacht. La sostenibilità comincia ad essere un tema dominante per il settore: si cominciano a vedere le prime imbarcazioni a propulsione ibrida, mentre proseguono le sperimentazioni sulla propulsione elettrica e solare”, spiega Andrea Alori, Partner di Bain & Company.
Alcuni trend stanno poi caratterizzando il mercato. L’usato è florido: oltre 500 yacht second hand vengono venduti ogni anno, ed è un segmento che offre oggi ottime opportunità. Anche l’attività di chartering sta accelerando, con una crescita prevista di circa +10% CAGR nel periodo 2022-2027, rispetto al circa 5% di CAGR storico.
“La modalità chartering, in particolare”, conclude Claudia D’Arpizio, Senior Partner e Global Head of Fashion & Luxury, “detiene una quota di mercato importante oggi – circa il 25% - e ci aspettiamo cresca ulteriormente, con un effetto positivo sull'intero mercato della nautica da diporto, agendo da catalizzatore, con i clienti che utilizzano il noleggio come prova prima dell'acquisto. Tra le altre cose, il chartering permette di avvicinare a quest’industria consumatori di geografie tradizionalmente non interessate al mondo degli yacht”.
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